Alien Resurrection è uno di quei giochi che non ha avuto il riconoscimento che meritava al momento del lancio, ma che, con il passare degli anni, è diventato un classico di culto per gli appassionati di survival horror e sparatutto. Pubblicato nel 2000 da Fox Interactive e sviluppato da Argonaut Games, il titolo porta su PlayStation tutta l’intensità e l’horror del film omonimo del 1997.
Una storia fedele, ma con un tocco unico
Ambientato sulla nave da ricerca militare USM Auriga, il gioco segue le vicende del tenente Ellen Ripley, clonata per recuperare il DNA di uno xenomorfo. Naturalmente, le cose vanno male, e gli esperimenti sfuggono al controllo, portando il caos e il terrore tra i corridoi della nave. Alien Resurrection non si limita a riprodurre fedelmente la trama del film, ma aggiunge alcune variazioni per adattarsi meglio al formato videoludico, regalando un’esperienza unica e coinvolgente.
Gameplay innovativo per l’epoca
Alien Resurrection introduceva un sistema di controllo che, sebbene oggi sia lo standard nei giochi FPS, all’epoca era considerato rivoluzionario: l’uso di entrambi i joystick analogici per muoversi e mirare. Questo approccio, inizialmente ostico, diventava naturale dopo un po’ di pratica, offrendo un livello di immersione senza precedenti.
Il gioco era strutturato in 10 livelli, la maggior parte ambientati sulla USM Auriga, mentre l’ultimo si svolgeva sulla nave mercenaria Betty. I giocatori potevano controllare quattro personaggi tratti dal film, ognuno con caratteristiche uniche, come equipaggiamenti esclusivi. La gestione delle risorse era cruciale: munizioni e salute scarseggiavano, costringendo il giocatore a esplorare attentamente ogni angolo e a pianificare ogni scontro con strategia.
Un’atmosfera opprimente e dettagli tecnici sorprendenti
Ciò che rendeva Alien Resurrection un’esperienza memorabile era l’atmosfera cupa e claustrofobica. Gli ambienti, sebbene limitati dalla tecnologia dell’epoca, erano ricchi di dettagli e caratterizzati da effetti di luce e ombra che amplificavano la tensione. Gli xenomorfi erano agili, letali e dotati di intelligenza artificiale sorprendente per il tempo, con routine di attacco che includevano agguati di gruppo e movimenti imprevedibili.
Anche il comparto sonoro giocava un ruolo fondamentale: il rumore dei passi, i versi degli alieni e gli effetti ambientali contribuivano a creare un clima di terrore costante. Ogni corridoio buio diventava una sfida per i nervi del giocatore.
Critiche e rivalutazioni
Al momento del lancio, Alien Resurrection ricevette recensioni contrastanti. Sebbene molti apprezzassero l’atmosfera e la fedeltà al franchise, il gioco fu criticato per i controlli e la grafica, considerati non all’altezza degli standard dell’epoca. Con il senno di poi, queste critiche sembrano ingiuste: il titolo è stato rivalutato come un pioniere dei survival horror e uno dei migliori giochi ispirati al mondo di Alien.
Perché riscoprirlo oggi?
Alien Resurrection è un gioco che ha saputo portare l’essenza dell’horror e della tensione in un contesto videoludico, offrendo un’esperienza unica che merita di essere riscoperta. Se sei un fan della saga o degli horror in generale, questo titolo è una gemma nascosta che non può mancare nella tua collezione.
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