Hai mai guardato un trailer e pensato: “Bello eh, ma quando esce?”
Oppure ti sei arrabbiato per un bug? O per un delay all’ultimo secondo?
Ecco. Ora prova a guardare le cose dall’altra parte dello schermo.
In questa chiacchierata con un developer italiano di Saber Interactive, andiamo a vedere cosa c’è DAVVERO dietro un videogioco. Spoiler: non solo codice.
Cosa fa uno sviluppatore di videogiochi?
Ti immagini uno che sta tutto il giorno a scrivere righe di codice tipo Matrix?
Sbagliato.
Lo sviluppatore è quello che trasforma le idee in gioco: interfacce, logiche, animazioni, movimento, suoni. È l’operaio digitale che tiene in piedi tutto.
Nel caso del nostro ospite: gameplay + UI. Cioè quello che tocchi, vedi e muovi. Niente roba astratta. È il motore che gira sotto la carrozzeria.
Da Half-Life al primo contratto: come si inizia?
Tutto parte da lì: Half-Life. Un gioco moddabile, un pacchetto di tool, e la voglia di smanettare. Da lì nascono le passioni vere.
Poi serve anche studio (un tecnico informatico, per lui), ma attenzione: la laurea non è obbligatoria.
Se hai la testa giusta e impari a pensare come un dev, puoi iniziare anche da solo.
Modda, sperimenta, sbaglia, ritenta. Ci siamo capiti, no?
Una giornata tipo? Zero badge, ma 8 ore di fuoco
Nel 2025 molti dev lavorano da casa, come freelance.
Quindi? Niente orari fissi, ma task da completare. Ti organizzi da solo, ma le cose vanno fatte.
E qui entra in scena il nemico numero uno di ogni gamer diventato dev: il Crunch.
Crunch: sì, no, dipende
Lo conosci: quel periodo in cui lavori il doppio, magari di notte, per chiudere il progetto.
Fa schifo? Sì.
È inevitabile? A volte.
Ma se sei in un team ben gestito, puoi evitarlo. Basta consegnare in anticipo e non ridursi all’ultimo. Easy? Non sempre. Ma possibile, sì.
Il problema, dice lui, è quando ti arriva la richiesta all’1 di notte con scritto “serve per domani”. Ecco, lì diventa un incubo.
Quanto ci vuole per fare un gioco?
Remaster: da 11 a 17 mesi.
Gioco nuovo da zero? 2 o 3 anni.
A meno che tu non sia Ubisoft e lavori su più titoli in parallelo. Sì, lo facevano: uno ogni anno, ma con team diversi.
Casi come Kingdom Hearts 3? Altro discorso. Annunciato, dimenticato, poi sviluppato con calma. Almeno per loro.
Vuoi iniziare? Ecco cosa ti serve DAVVERO
Vuoi diventare dev? Ok.
Ma scorda Java e quelle robe lì da “faccio una mod per Minecraft”.
Se vuoi entrare sul serio, devi imparare C e C++. Senza quelli, niente.
Poi dipende: vuoi fare audio? Studia la teoria del suono.
Modellazione? Python.
UI? Impara come girano le interfacce.
Serve curiosità. E tanta voglia di provare. Non serve partire in tripla A: anche su Steam Greenlight o Itch.io si può dire la propria.
Il suo sogno? Mettere le mani su Tomb Raider 2
Sì, quello Tomb Raider 2.
Quello con la demo di Venezia.
Quello che giocavi su PC con la nonna dietro che guardava e tifava per Lara.
Ci siamo passati tutti, dai.
Lui avrebbe voluto lavorare sulla recente remaster, ma per mille motivi non è successo. Però occhio: sta lavorando su qualcosa di grosso. Non può dirlo, ma l’audio sarà una bomba.
E no, non possiamo dirti neanche quale gioco sia. Ma quando uscirà, se ci fai caso… potresti riconoscerlo.
Ti piacerebbe un approfondimento su come si entra nel mondo dev da zero? Hai un’idea di gioco e non sai da dove iniziare? Scrivicelo nei commenti.
E intanto: seguici su Instagram per altri dietro le quinte, interviste, e per restare sempre dentro al loop.
Ci vediamo lì. E no, non ci serviva l’ennesimo battle royale… eppure eccoci qui.