Se sei un amante dei giochi survival horror, probabilmente hai già sentito parlare di Dead Rising, l’iconico titolo di Capcom che ha debuttato nel 2006 su Xbox 360. Questa volta, però, torniamo a parlarne grazie al suo ritorno con la versione Deluxe Remaster, che porta con sé una ventata di novità e qualche tocco moderno. Se stai considerando di rispolverare la tua mazza da baseball per affrontare orde di zombie, questa recensione potrebbe aiutarti a decidere.
Un tuffo nel passato
Nel lontano 2006, come molti appassionati di videogiochi, ero un adolescente che sognava di mettere le mani su una Xbox 360. Certo, giochi come Grand Theft Auto 4 e il nuovo Madden erano allettanti, ma il titolo che mi ha davvero spinto a mettere da parte i miei risparmi è stato Dead Rising. E ora, quasi vent’anni dopo, posso dire che, nonostante i suoi difetti, rimane uno dei giochi open-world a tema zombie più divertenti e stravaganti mai creati.
L’essenza di Dead Rising è ispirata chiaramente a Dawn of the Dead di Romero, con un tocco di comicità dark. La trama ruota attorno a un’epidemia zombie che si scatena all’interno di un centro commerciale a Willamette, Colorado. Protagonista è Frank West, un fotoreporter dalla personalità seria che, nonostante la situazione drammatica, può essere vestito con una varietà di costumi stravaganti. L’obiettivo di Frank è indagare sull’epidemia, sopravvivere fino all’arrivo dei soccorsi e salvare quante più persone possibile.
Una giostra di emozioni
Uno degli elementi più particolari di Dead Rising è il suo continuo passaggio tra toni seri e momenti esilaranti. Puoi trovarti in situazioni drammatiche, dove l’unica opzione è fuggire dagli zombie, per poi girare l’angolo e vedere Frank fare capriole o dialogare in modo assurdo, degno di un film di serie B Questo mix di generi rende il gioco quasi grottesco, ma è proprio questo che lo distingue e lo rende unico. Non puoi mai prendere sul serio fino in fondo ciò che accade, perché sai che da un momento all’altro potresti affrontare un boss psicopatico armato fino ai denti o vestito in modo ridicolo.
A proposito di boss, i cosiddetti psicopatici rappresentano uno degli aspetti più memorabili del gioco. Sparsi in varie zone del centro commerciale, questi personaggi incarnano, in modo caricaturale, alcuni degli aspetti più controversi della cultura americana. Da cacciatori che si trasformano in predatori umani a poliziotti corrotti, ogni boss sembra voler dire qualcosa su problematiche reali, anche se non sempre in modo chiaro. Se da un lato questi personaggi potrebbero essere gestiti in modo più raffinato oggi, dall’altro la loro esagerazione li rende comunque divertenti e assurdi.
Le dinamiche di gioco: amore e odio
Come ogni titolo open-world che si rispetti, anche Dead Rising ha la sua dose di difetti. Uno dei più evidenti è la gestione delle missioni di scorta, in cui devi accompagnare i sopravvissuti al sicuro. Questi NPC tendono a comportarsi in modo piuttosto goffo, inciampando negli zombie e rendendo il tutto un’esperienza frustrante. Nonostante tu possa armarli e curarli, il sistema di inventario limitato ti costringerà a fare scelte difficili su cosa portare con te.
Un altro aspetto che potrebbe far storcere il naso a qualcuno è il sistema di timer. Ogni azione che fai nel gioco è influenzata dal passare del tempo: le missioni principali hanno una scadenza, i sopravvissuti da salvare potrebbero morire se non agisci in fretta, e le opportunità di esplorare liberamente sono limitate. Tuttavia, in questa versione rimasterizzata, il timer risulta meno opprimente grazie a nuove scorciatoie e alla possibilità di pianificare meglio i tuoi movimenti attraverso il centro commerciale.
La difficoltà del gioco, soprattutto nelle fasi iniziali, potrebbe scoraggiare alcuni giocatori. Frank è lento, ha poche abilità e uno spazio ridotto nell’inventario, rendendo alcune missioni un vero incubo. Tuttavia, c’è un elemento di roguelite che salva la situazione: quando muori, puoi scegliere di ricominciare dall’inizio mantenendo il livello e le abilità acquisite, rendendo ogni successivo tentativo più semplice.
Le novità della remaster
E ora veniamo a ciò che rende questa versione Deluxe Remaster degna di nota. Tra i miglioramenti principali troviamo l’introduzione di un sistema di salvataggio automatico ogni volta che cambi area, un’aggiunta che risolve uno dei problemi più grandi dell’originale, dove il salvataggio manuale poteva farti perdere ore di gioco se dimenticavi di visitare un bagno.
Anche l’interfaccia è stata aggiornata, con una bussola che ti indica la strada migliore da seguire e la durata delle armi mostrata chiaramente sullo schermo. Finalmente non dovrai più indovinare quando la tua mazza da baseball si romperà nel bel mezzo di una battaglia. Questo rende l’esperienza di gioco molto più fluida e meno frustrante rispetto al passato.
Dal punto di vista grafico, il passaggio al motore RE Engine, lo stesso usato nei recenti titoli di Resident Evil, ha dato nuova vita a Dead Rising. I colori sono leggermente cambiati, con toni più seppia che sostituiscono le sfumature bluastre dell’originale.. Questo potrebbe non piacere a tutti, soprattutto ai puristi del gioco, ma è un cambiamento abbastanza sottile che non rovina l’atmosfera complessiva. Le texture migliorate e le animazioni facciali più dettagliate rendono il gioco visivamente più moderno, anche se non si può negare che alcune parti dell’esperienza abbiano ancora un sapore datato.
Un gameplay che non invecchia
Nonostante i miglioramenti grafici e di qualità della vita, è impossibile ignorare il cuore pulsante di Dead Rising: il suo gameplay assurdo e surreale. Essere intrappolati in un centro commerciale infestato da zombie e usare tutto ciò che trovi come arma – da una panca a una padella – è ancora oggi un’esperienza esilarante. L’idea che praticamente ogni oggetto possa essere usato per combattere rende ogni partita un’avventura unica.
Le armi improvvisate non sono solo un mezzo per sopravvivere, ma anche una fonte di divertimento infinito. Aggiungi a questo la possibilità di curarti con cibi assurdi come torte o baguette, consumati in modo cartoonesco in pochi secondi, e capirai perché Dead Rising riesce a farti sorridere anche nei momenti più tesi.
Certo, il sistema di combattimento non è perfetto. Alcuni scontri con i boss possono risultare frustranti, soprattutto a causa dei controlli non sempre reattivi. Tuttavia, la varietà di nemici e armi compensa in parte queste imperfezioni, mantenendo alta l’adrenalina.
Conclusioni: vale la pena rivivere l’epidemia?
In definitiva, Dead Rising Deluxe Remaster è una versione migliorata di un classico che, nonostante i suoi difetti, ha lasciato un segno indelebile nella storia dei videogiochi. Non è perfetto: alcuni dei suoi problemi, come la gestione degli NPC o il sistema di combattimento non proprio raffinato, sono ancora presenti. Tuttavia, le migliorie introdotte rendono questa edizione la migliore per chi vuole rivivere l’esperienza o scoprirla per la prima volta.
Se sei un fan del genere, amerai la sua combinazione di azione frenetica e umorismo nero. E anche se non ti farà correre a comprare una nuova console come ha fatto con molti di noi nel 2006, è un titolo che vale la pena rigiocare. Magari non sarà il gioco che definisce il 2024, ma è certamente uno di quelli che amerai riscoprire.