Oggi si parla spesso della fedeltà storica nei videogiochi di fantasia. Alcuni vogliono che ogni dettaglio sia preciso, come se i videogiochi fossero dei libri di storia. Ma è davvero questo che cerchi quando giochi? O stai dimenticando che il vero scopo dei videogiochi è divertirti e lasciarti trasportare dalla fantasia?
Un esempio recente è il gioco Assassin’s Creed Shadows. Molte persone si sono lamentate del personaggio di Yasuke, un samurai nero che è esistito davvero in Giappone nel XVI secolo, sostenendo che non è rappresentato in modo accurato. Ma qui arriva il punto importante: un videogioco è un’opera di fantasia. Solo perché un gioco è ispirato a un periodo storico, non significa che debba essere esattamente come nei libri di storia.
Pensa un attimo: ci lamentiamo del colore della pelle di un samurai, ma accettiamo tranquillamente che i personaggi si lancino da trenta metri su un mucchio di paglia senza farsi male, o che Sonic corra a una velocità impossibile senza problemi. Non è un po’ assurdo?
Inclusività e creatività: il vero problema è come viene gestita
Non si tratta solo di realismo. Alcuni pensano che l’inclusività forzata sia un problema, soprattutto quando un personaggio sembra inserito senza una vera ragione. Questo punto di vista può essere comprensibile. L’inclusività deve avere senso nella storia e rendere il gioco più interessante, non deve sembrare “appiccicata” solo per fare bella figura.
Un esempio di inclusività ben fatta potrebbe essere proprio Yasuke, se inserito in modo coerente in Assassin’s Creed Shadows. Il problema non è avere personaggi diversi, ma come questi vengono introdotti nella storia.
Il vero problema nei videogiochi: giochi pieni di bug al lancio
Invece di discutere solo di fedeltà storica o inclusività, dovremmo ricordarci dei veri problemi dei videogiochi di oggi. Quante volte hai comprato un gioco al lancio per poi scoprire che è pieno di bug e ha bisogno di 15-20 patch per essere giocabile? Un esempio famoso è Cyberpunk 2077, che al lancio aveva tanti problemi tecnici e ha richiesto molte correzioni. Siamo diventati tutti beta tester non pagati, e questo è un problema su cui dovremmo concentrarci.
Come giocatore, la tua forza non sta nel lamentarti sui social, ma nel votare con il portafoglio. Non comprare un gioco è un messaggio molto più forte di qualsiasi commento negativo.
Concentriamoci sulle cose importanti
Dovremmo smettere di combattere tra di noi e invece sostenere ciò che è fatto bene: un’inclusività ben pensata, giochi senza problemi tecnici al lancio, e il diritto di divertirci con un’opera di fantasia senza troppe aspettative. Se vogliamo cambiare le cose, facciamolo usando il nostro potere di consumatori, non con critiche inutili su dettagli che non cambiano l’essenza di un gioco.
E tu, cosa ne pensi? Ti è mai capitato di criticare un videogioco per la mancanza di realismo o di fedeltà storica? Dicci la tua nei commenti qui sotto! Se questo articolo ti è piaciuto, condividilo e seguici sui nostri canali social: Instagram, Facebook e X!