Nel mondo dei videogiochi stiamo assistendo a un grande cambiamento: stiamo passando sempre più dai giochi fisici a quelli digitali. I tempi in cui compravamo i nostri amati giochi in un negozio e avevamo il disco o la cartuccia in mano sembrano destinati a finire. Il futuro del gaming sta diventando sempre più digitale, ma è davvero un cambiamento positivo? O forse c’è qualcosa che stiamo perdendo lungo la strada? Vediamo insieme la differenza tra giochi fisici e digitali e cosa significa questo per noi appassionati.
Digitale vs fisico: il grande dilemma
Oggi comprare videogiochi è più facile e veloce: vai su uno store online, lo scarichi e sei pronto per giocare. I giochi digitali hanno vantaggi indiscutibili: costano meno alle case produttrici, eliminano i costi di produzione dei dischi, e sono subito disponibili. Inoltre, non hai bisogno di spazio fisico per conservarli e puoi accedere ai tuoi giochi in qualsiasi momento, ovunque tu sia.
Tuttavia, ci sono anche problemi che spesso non consideriamo. Immagina di perdere l’accesso al tuo account su una piattaforma come Steam o PlayStation Network: tutti i tuoi giochi digitali sparirebbero. Se lo store da cui li hai acquistati chiude, cosa succede a quei giochi che hai pagato? A differenza dei giochi fisici, con il digitale non compri davvero un gioco, ma piuttosto un servizio temporaneo. Paghi per giocare finché lo store rimane attivo o decide di mantenere il titolo disponibile.
I giochi fisici, invece, sono tuoi per sempre. Anche se il supporto cambia o i server chiudono, una cartuccia o un disco possono ancora funzionare, rendendo il gioco accessibile e godibile anche molti anni dopo. Inoltre, c’è qualcosa di speciale nell’avere un oggetto fisico, una sensazione di proprietà e di collezionismo che i giochi digitali non possono offrire.
Vecchia scuola: collezionismo e sviluppo dei giochi
Ricordi la sensazione di comprare un gioco fisico, portarlo a casa e metterlo nella console? C’è qualcosa di speciale nel collezionare un gioco: avere qualcosa di concreto, come una cartuccia del Super Nintendo, qualcosa che puoi tenere per anni. Ma con i nuovi giochi e gli aggiornamenti digitali continui, quella sensazione si sta perdendo.
Un tempo, gli sviluppatori dovevano fare di tutto per pubblicare un gioco perfetto: una volta stampato su disco o cartuccia, non c’era modo di correggere gli errori. Un esempio di questo è The Legend of Zelda: Ocarina of Time, che al lancio era praticamente perfetto e ha segnato la storia del gaming. Oggi, invece, è normale pubblicare giochi con bug e poi correggerli con aggiornamenti. Cyberpunk 2077 è un esempio famoso: al lancio, il gioco era quasi ingiocabile su console più vecchie, e solo con molte patch è diventato stabile.
Il futuro del gaming è solo streaming?
Se guardiamo al futuro, potrebbe essere ancora più estremo: potremmo arrivare al completo abbandono delle copie fisiche e digitali, sostituite interamente dal solo streaming, come già accade con servizi come Google Stadia o Xbox Cloud Gaming. I giochi digitali potrebbero scomparire del tutto e lasciare spazio al gaming in streaming. In questa visione, non avremo nemmeno una copia digitale, ma tutto sarà solo online, come guardare un film in streaming. Da una parte, non avremo bisogno di console potenti, solo di una buona connessione internet. Dall’altra, però, ci spostiamo sempre più verso un modello in cui non possediamo nulla di ciò che compriamo.
Il declino del collezionismo e l’emulazione come salvezza
Il collezionismo, che oggi è ancora un hobby popolare per i giochi del passato, potrebbe scomparire del tutto. Se i nuovi giochi sono solo servizi temporanei, cosa ci rimarrà da collezionare? Quando i server verranno chiusi, quei giochi diventeranno inutili fermacarte. Ecco perché l’emulazione è importante per preservare la storia dei videogiochi: grazie a emulatori come il MAME (Multiple Arcade Machine Emulator), molti giochi del passato sono ancora giocabili, come ad esempio Pac-Man o Donkey Kong.
L’emulazione — se usata nel modo giusto — ci permette di mantenere viva una parte importante della nostra infanzia e del nostro passato. Non si tratta di fare concorrenza sleale, ma di assicurare che quei giochi che ci hanno fatto crescere non vengano dimenticati, soprattutto quando le copie fisiche non si trovano più.
La magia che rischiamo di perdere
In definitiva, ciò che rischiamo di perdere è la magia del gaming come lo conosciamo. Quel piacere di aprire una scatola, inserire un disco e sapere che stai giocando la versione completa, senza dover scaricare aggiornamenti. Le future generazioni potrebbero non capire mai cosa significa davvero possedere un videogioco, perché per loro sarà solo una questione di download o accesso online.
Ma noi, che abbiamo vissuto il passaggio dal fisico al digitale, sappiamo quanto sia preziosa quella magia. E forse, proprio per questo, dovremmo continuare a difendere il valore dei giochi fisici e il significato del collezionismo, così da non perdere completamente una parte della nostra storia.
E tu cosa ne pensi? Preferisci i giochi digitali per la loro comodità o i giochi fisici per il loro valore affettivo? Lascia un commento e facci sapere! Seguici sui nostri social e condividi questo articolo con i tuoi amici per continuare la conversazione sul futuro del gaming!