Dragon Age: The Veilguard ci riporta nel mondo fantastico di Thedas con una storia emozionante e personaggi che non dimenticheremo facilmente. Dopo i recenti alti e bassi di BioWare, molti si chiedevano se il team fosse ancora capace di creare grandi giochi di ruolo. Con The Veilguard, possiamo dire che la risposta è un grande sì! In questa recensione vedremo perché questo nuovo capitolo di Dragon Age riesce non solo a riportare il meglio della saga, ma anche a sorprenderci con qualche novità inaspettata.
Un’avventura nel nord di Thedas
The Veilguard ci porta nel nord di Thedas, una zona che non avevamo mai esplorato nella saga. Ci spingiamo dalle coste di Rivain alle oscure terre degli Anderfels. Chi conosce bene la saga riconoscerà tanti nomi e leggende, finalmente esplorabili di persona.
BioWare ci regala ambienti fantastici: dalle montagne desolate di Kal-Sharok alle rovine elfiche sospese della Foresta di Arlathan, ogni luogo è fatto così bene che ci sembra di esserci davvero dentro.
Ogni regione ha la sua atmosfera unica, rendendo ogni viaggio speciale. Le città sono vive, piene di personaggi con storie da raccontare. Le scelte che facciamo nei dialoghi influenzano il mondo intorno a noi, facendoci sentire davvero parte di questa grande avventura.
Ci sono tantissimi personaggi secondari con cui possiamo interagire, che ci offrono missioni aggiuntive e rendono il mondo ancora più dinamico e interessante. Ogni dialogo sembra avere un impatto su ciò che succede, e questo ci fa davvero immergere nell’universo del gioco.
Il design dei livelli ci ricorda i vecchi giochi come Star Wars: Knights of the Old Republic, con corridoi pieni di segreti da scoprire. Questi segreti includono stanze nascoste con bottini rari e indizi che svelano dettagli intriganti sulla storia del mondo, il che rende l’esplorazione ancora più gratificante e coinvolgente. Non è il classico mondo aperto senza confini, ma una struttura più guidata che riesce comunque a darci la sensazione di libertà.
Ci sono anche puzzle e percorsi nascosti che ci tengono curiosi e ci spingono a esplorare ogni angolo per trovare tesori e segreti. Alcuni puzzle sono legati alle storie dei nostri compagni, quindi risolverli ci permette di conoscere ancora meglio i personaggi e approfondire le loro storie personali.
Ogni missione secondaria offre qualcosa di nuovo e stimolante, sia dal punto di vista del gameplay che dal punto di vista narrativo. Ad esempio, la missione ‘Il Tempio Perduto di Mythal‘ ci porta a esplorare un antico santuario elfico pieno di trappole, enigmi e creature magiche. Questa missione ci svela segreti sulle antiche divinità elfiche e ci regala un potente artefatto, arricchendo sia la storia del mondo che il nostro arsenale.
Alcune missioni ci portano a esplorare antichi misteri degli elfi o a scoprire tesori perduti che ci raccontano nuove storie di Thedas, arricchendo enormemente l’esperienza di gioco e spingendoci a non lasciare nulla di intentato.
Personaggi che ci conquistano
In Dragon Age: The Veilguard i personaggi sono davvero il cuore del gioco. Il protagonista, Rook, può essere personalizzato con tantissimi dettagli – le opzioni per creare il personaggio sono tra le migliori mai viste in un gioco BioWare. Anche i capelli sembrano realistici, e di solito questo è un punto debole nei videogiochi. Possiamo scegliere diversi stili di capelli, colori della pelle, cicatrici e molto altro, rendendo il nostro Rook unico e speciale.
Ma la vera forza del gioco sono i nostri compagni. Ognuno di loro ha una storia unica, come un vero protagonista. Tra tutti, il rapporto con il Guardiano Grigio Davrin e il suo grifone Assan è stato quello che ci ha colpito di più – ci siamo trovati a difenderli come se fossero veri amici. Ognuno dei sette compagni ha una storia piena di sorprese, momenti di gloria e sfide personali che ci fanno sentire come se stessimo vivendo non una, ma sette storie principali.
I dialoghi sono molto profondi: ogni personaggio ha una personalità ben definita, con sogni, speranze e paure che emergono man mano che la storia va avanti. I dialoghi con i compagni non sono mai banali e spesso portano a discussioni interessanti o momenti emozionanti che ci fanno riflettere anche dopo aver spento il gioco. Le relazioni tra i membri del gruppo cambiano a seconda delle nostre azioni, creando situazioni imprevedibili che rendono ogni partita diversa.
Ci sono alleanze, tradimenti, amori e litigi che danno vita a un vero dramma di gruppo, difficile da non amare. Ogni compagno ha anche la propria missione personale, una sorta di “prova” che dovremo affrontare insieme a loro per rafforzare il legame e sbloccare nuove abilità o equipaggiamenti speciali.
Inoltre, le relazioni romantiche sono gestite in modo eccellente. Possiamo sviluppare storie d’amore con alcuni dei nostri compagni, e queste relazioni aggiungono un ulteriore livello di profondità e complessità al gioco. Le scene romantiche sono scritte bene e non sembrano mai forzate, ma piuttosto un’evoluzione naturale del legame tra i personaggi.
Combattimento divertente e pieno di azione
Il sistema di combattimento di The Veilguard è un miglioramento rispetto a quello di Dragon Age 2 e Inquisition, con un focus sull’azione. Anche se a noi piace lo stile più tattico di Dragon Age: Origins o Baldur’s Gate 3, dobbiamo ammettere che il ritmo veloce e la possibilità di mettere in pausa per dare ordini al team rendono ogni battaglia intensa e strategica. Il gioco funziona meglio con un controller, ma BioWare è riuscita a trovare un buon equilibrio tra azione e tattica.
I combattimenti contro i boss sono il vero spettacolo. Ad esempio, lo scontro con il drago antico delle cime di Kal-Sharok è stato particolarmente memorabile. La battaglia richiede una perfetta coordinazione tra i membri del gruppo, con il drago che cambia strategia più volte durante lo scontro, costringendoci a pensare in fretta e adattare le nostre tattiche.
Questo tipo di scontro ci fa davvero sentire l’epicità e la difficoltà delle sfide che affrontiamo. Le battaglie contro i draghi sono momenti pieni di adrenalina, che richiedono attenzione e decisioni rapide. Mentre i combattimenti contro i cultisti Venatori diventano un po’ ripetitivi verso la fine, i draghi riescono sempre a farci emozionare. Inoltre, non ci sono solo draghi: ci sono creature mitiche e potenti che rappresentano sfide uniche, ognuna con meccaniche diverse che richiedono strategie specifiche per essere sconfitte. Alcune creature sono legate alle missioni dei nostri compagni, il che rende questi scontri ancora più significativi.
Anche il sistema di progressione è stato migliorato: ci sono molte abilità da sbloccare che permettono di creare stili di combattimento molto diversi. La combinazione tra magie, attacchi fisici e abilità speciali rende ogni battaglia unica e sperimentare è parte del divertimento. Abbiamo anche diverse classi e sottoclassi, che ci permettono di sviluppare il nostro personaggio come preferiamo: possiamo scegliere di essere un mago potente, un guerriero coraggioso o un ladro agile. Ogni classe ha le sue abilità uniche e sbloccare nuove competenze è sempre entusiasmante.
Il sistema di crafting è stato notevolmente potenziato. Possiamo creare armi, armature e pozioni usando materiali che raccogliamo durante l’esplorazione. Ogni oggetto ha caratteristiche uniche e possiamo personalizzarlo per adattarlo al nostro stile di gioco. Questo ci permette di avere sempre l’equipaggiamento giusto per affrontare le sfide che ci aspettano, e ci spinge a esplorare ogni angolo del mondo per trovare i materiali più rari.
Rappresentazione e storia profonda
Un altro punto forte di The Veilguard è come tratta i temi legati all’identità di genere. Senza fare spoiler, possiamo dire che il viaggio di uno dei compagni per accettare la propria identità è raccontato in modo molto autentico. Si capisce che è stato scritto con cuore e sincerità, senza cadere nei soliti cliché. Questo rende la storia di quel personaggio particolarmente toccante e vicina a chi ha vissuto situazioni simili.
Il gioco affronta anche altri temi complessi come il sacrificio, la redenzione e la ricerca del proprio posto nel mondo. Ogni personaggio ha una sfida interiore da affrontare, e spesso queste battaglie personali si intrecciano con la storia principale. La scrittura è matura e riesce a toccare le emozioni, rendendo ogni decisione importante. Ci sono anche momenti leggeri e divertenti, che riescono a bilanciare il tono serio della storia e rendono i personaggi ancora più umani e vicini a noi. Ogni personaggio ha momenti di crescita personale che ci fanno apprezzare ancora di più il viaggio che stiamo compiendo insieme a loro.
Inoltre, la trama esplora le relazioni tra diverse culture e fazioni di Thedas. Siamo costantemente messi di fronte a decisioni difficili che riguardano il futuro delle persone che incontriamo e delle comunità che visitiamo. Questo ci porta a riflettere su temi come la giustizia, la pace e la guerra, e le conseguenze delle nostre scelte non sono mai scontate.
La trama: un mix di addio e nuovo inizio
La storia principale di The Veilguard è coinvolgente, ma non perfetta. La trama, con i soliti nemici malvagi e divinità ribelli, non è molto originale, ma è comunque resa interessante da personaggi complessi e situazioni inaspettate che tengono alta la curiosità del giocatore. I colpi di scena e i momenti di dubbio, specialmente legati al personaggio di Solas, riescono a dare un tocco di profondità in più, mantenendo l’attenzione viva fino alla fine.
Questa avventura sembra essere sia un addio che un nuovo inizio per la serie. Alcune scelte dei giochi precedenti non hanno molto peso, ma il ritorno di personaggi iconici come l’Inquisitore dà un senso di continuità. Non è tutto perfetto, ma è bello vedere come BioWare abbia voluto chiudere degnamente molte delle storie rimaste in sospeso.
Anche i nuovi personaggi introdotti riescono a lasciare il segno. Ognuno ha un ruolo importante nella storia e contribuisce a farla progredire. L’equilibrio tra azione, esplorazione e narrazione è ben gestito, e ci sono molte scelte morali che influenzano il modo in cui la storia va avanti, portando a finali diversi a seconda delle decisioni prese. Questo rende il gioco molto rigiocabile e ci spinge a tornare per vedere cosa sarebbe successo se avessimo fatto scelte diverse. I finali multipli sono davvero vari e dipendono in larga misura dalle relazioni costruite con i compagni e dalle alleanze formate durante l’avventura, offrendo un’esperienza unica a ogni partita.