Enotria: The Last Song è un titolo che prometteva un’esperienza unica, mescolando elementi del folklore italiano con la meccanica soulslike, un connubio che, sulla carta, ha sicuramente destato curiosità. Questo gioco, sviluppato da Jyamma Games, ci porta in un mondo ispirato al Sud Italia, con ambientazioni suggestive e una colonna sonora coinvolgente. Ma la domanda è: riesce davvero a mantenere le promesse? Scopriamolo insieme in questa recensione approfondita.
Un mondo intriso di folklore
Il setting di Enotria è, senza dubbio, uno dei punti forti del gioco. L’ambientazione è ispirata al Sud Italia, con paesaggi assolati, antiche città in rovina e campi di girasoli che catturano l’occhio del giocatore. Enotria, dal latino “terra delle viti”, richiama non solo il paesaggio italiano, ma anche il suo passato mitologico e storico. In questo mondo, le maschere giocano un ruolo centrale, definendo il destino di chi le indossa.
Tu interpreti il “Senza Maschera“, un individuo capace di cambiare il corso del destino. La tua missione è combattere il “Canovaccio“, una sorta di forza oscura che ha imprigionato il mondo in uno stato di stasi innaturale. Questo intreccio narrativo, sebbene intrigante, rischia di perdersi tra le pieghe del gameplay e non riesce sempre a coinvolgere quanto ci si aspetterebbe.
Gameplay e difficoltà: un equilibrio precario
Come ogni soulslike che si rispetti, anche Enotria mette alla prova la pazienza del giocatore con combattimenti impegnativi e meccaniche complesse. Il gioco si fonda su tre pilastri principali: attacchi corpo a corpo, magie (chiamate “Lini”) e parry. A differenza di altri giochi del genere, qui il parry è fondamentale, con una generosa finestra temporale che permette ai giocatori meno esperti di padroneggiare questa tecnica senza troppi problemi. Tuttavia, per chi cerca una sfida più ardua, questa facilità potrebbe risultare deludente.
Il sistema di combattimento, purtroppo, non riesce a essere del tutto soddisfacente. I movimenti dei personaggi appaiono talvolta rigidi, e la precisione nei comandi non è sempre al top. Spesso, ti ritroverai a spammare il parry, una tecnica che, pur funzionando, toglie parte della soddisfazione di un combattimento ben eseguito. Anche le schivate e i salti non sono sempre utili per evitare i colpi, rendendo i movimenti meno fluidi di quanto ci si aspetterebbe da un titolo di questo genere.
Un vasto arsenale, ma con poca personalizzazione
Uno degli aspetti più interessanti di Enotria è la possibilità di utilizzare oltre 30 maschere, ognuna delle quali offre diversi stili di gioco e abilità. A queste si aggiungono oltre 100 armi e una vasta gamma di incantesimi, che ti permetteranno di personalizzare il tuo personaggio secondo il tuo stile di gioco. Tuttavia, nonostante la grande quantità di opzioni, il sistema di personalizzazione non riesce a brillare come dovrebbe.
Spesso, le scelte si riducono a seguire un semplice schema “carta-forbice-sasso”, dove un determinato tipo di arma o magia è più efficace contro specifici nemici. Questo limita la libertà del giocatore di affrontare i combattimenti come preferisce, imponendo strategie predefinite per avanzare. Ad esempio, se ti ritrovi davanti a un boss con una particolare resistenza, dovrai necessariamente cambiare equipaggiamento per superare l’ostacolo, il che può risultare frustrante e limitante.
Un mondo visivamente affascinante, ma con qualche difetto tecnico
Dal punto di vista visivo, Enotria è una vera e propria gioia per gli occhi. Le ambientazioni, specialmente le aree all’aperto come i campi di girasoli, sono meravigliosamente realizzate e trasmettono una sensazione di meraviglia e scoperta. Tuttavia, il gioco non è esente da problemi tecnici. Durante il mio gameplay, ho riscontrato diversi bug legati al terreno, con il personaggio che si bloccava brevemente o scivolava fuori dalle piattaforme. Questo tipo di problemi, seppur non frequente, può compromettere l’esperienza di gioco, soprattutto nei momenti di piattaforming più delicati.
Anche il sistema di illuminazione merita una menzione. Enotria riesce a creare atmosfere uniche grazie a un uso sapiente della luce e dei colori. Le aree più cupe e oscure sono illuminate da bagliori di colori accesi che creano un contrasto affascinante. Tuttavia, l’interazione con l’ambiente circostante, specialmente durante i combattimenti, può risultare imprecisa e poco reattiva.
Una colonna sonora che incanta
Se c’è un aspetto di Enotria che merita applausi, questo è senza dubbio la colonna sonora. La musica, ispirata al folklore italiano, è perfettamente integrata nel mondo di gioco, contribuendo a creare un’atmosfera coinvolgente e immersiva. I temi musicali variano a seconda delle situazioni, con melodie più tranquille durante l’esplorazione e brani più intensi durante i combattimenti. In particolare, alcuni brani ricordano le composizioni di The Witcher 3, con una mescolanza di voci femminili ed elementi orchestrali che rendono ogni battaglia ancora più epica.
Storia e personaggi: un potenziale non del tutto sfruttato
La trama di Enotria è indubbiamente interessante, con riferimenti alla mitologia italiana e alle tradizioni popolari che arricchiscono il mondo di gioco. Tuttavia, il ritmo della narrazione è spesso spezzato dai combattimenti e dalle lunghe sessioni di esplorazione. I personaggi, sebbene ben caratterizzati, tendono a ripetersi nei dialoghi, e la loro importanza nella storia principale è spesso marginale.
Un elemento che avrebbe potuto essere sfruttato meglio è la base operativa del protagonista, situata in un antico teatro. Questa location, che funge da hub per migliorare equipaggiamento e interagire con i PNG, avrebbe potuto essere arricchita con maggiori interazioni narrative e missioni secondarie, rendendo l’esperienza di gioco più varia e dinamica.
Uun’anima bella, ma non perfetta
Enotria: The Last Song è un gioco che riesce a catturare l’attenzione grazie alla sua ambientazione suggestiva e alla colonna sonora incantevole, ma che fatica a emergere nel panorama dei soulslike a causa di meccaniche di gioco poco rifinite e di un sistema di combattimento che non sempre convince. Gli appassionati del genere potrebbero trovare delle sfide interessanti, ma il gioco è lontano dall’essere una raccomandazione universale.
In conclusione, se sei un amante del folklore italiano e apprezzi i titoli che pongono una forte enfasi sull’atmosfera, Enotria potrebbe fare al caso tuo. Ma se cerchi un gameplay fluido e una sfida ben bilanciata, potresti voler aspettare qualche aggiornamento che migliori i difetti tecnici e le meccaniche di gioco.
In conclusione, Enotria: The Last Song è un titolo che, nonostante qualche difetto, offre un’esperienza affascinante per gli amanti dei soulslike e delle ambientazioni ispirate al folklore italiano. Se questo viaggio ti ha incuriosito, ti invitiamo a condividere la tua opinione nei commenti e a farci sapere cosa ne pensi!
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