Negli ultimi giorni, la community di Tekken 8 è in fermento. Cambiamenti drastici introdotti dagli sviluppatori hanno scatenato un’ondata di proteste da parte dei giocatori veterani, tanto da spingere il celebre produttore Katsuhiro Harada a reagire in modo poco elegante, bloccando utenti e persino intere community sui social. Ma cosa sta succedendo davvero? Cerchiamo di capire insieme.
Perché la community è arrabbiata?
La questione ruota intorno ad alcuni cambiamenti radicali apportati in Tekken 8 con la Season 2. Modifiche che hanno portato la community a sentirsi tradita e frustrata. Il fulcro delle polemiche risiede in due punti principali:
- La gestione delle prese e il chip damage: Adesso teccare una presa può comunque causare danno a chi difende. Un concetto che ha mandato su tutte le furie i giocatori veterani, perché sembra penalizzare chi ha investito anni per imparare tecniche avanzate.
- L’autocorrezione delle combo in aria: Una delle abilità più complesse e spettacolari di Tekken è sempre stata la capacità di adattare le combo a seconda della posizione dell’avversario in aria. Ora, invece, il gioco corregge automaticamente la traiettoria, riducendo drasticamente il divario tra veterani e neofiti.
Ti sembra giusto penalizzare chi ha dedicato anni a perfezionare le proprie abilità? I giocatori di lunga data non la pensano così, e la frustrazione si sta facendo sentire forte e chiara.
Perché Arada ha preso questa direzione?
Dietro queste scelte c’è una motivazione strategica: attirare il pubblico casual giapponese, che negli ultimi anni si è spostato su Street Fighter 6. Harada vuole conquistare quella fetta di mercato, anche a costo di sacrificare parte della complessità che ha sempre caratterizzato Tekken.

Ma a quale prezzo? I fan di lunga data si sentono abbandonati, come se i loro sforzi fossero stati resi vani. Non è un caso che molti top player abbiano espresso pubblicamente il loro dissenso, lamentandosi di come il gioco sembri diventare una copia mal riuscita di Street Fighter.
Il rischio di perdere l’anima di Tekken
Quando si cerca di accontentare tutti, spesso si finisce per non accontentare nessuno. Tekken 8 sembra voler diventare un gioco più accessibile, ma questa scelta rischia di snaturarne l’essenza.
Molti veterani hanno iniziato a sentirsi esclusi, e il fatto che Arada stia bloccando intere community, come quella del Madagascar, non fa che peggiorare la situazione. L’idea di “livellare” il campo tra esperti e neofiti ha sollevato un polverone: è davvero giusto che chi ha studiato e affinato le proprie capacità venga messo sullo stesso piano di chi inizia a giocare ora?
Il paragone con Street Fighter: una scelta rischiosa

La decisione di Arada di prendere spunto da Street Fighter 6 appare strategica ma profondamente rischiosa. La fanbase di Tekken è abituata a un gioco tecnico e complesso, e l’idea di abbassare il livello di difficoltà sembra più una forzatura che un’evoluzione naturale.
È come voler trasformare una gara di Formula 1 in una corsa di go-kart: il pubblico non è lo stesso e le aspettative sono completamente diverse. E il rischio più grande è proprio quello di perdere i giocatori storici senza conquistare davvero i nuovi.
E tu, da che parte stai?
La community di Tekken 8 è divisa: c’è chi vede queste modifiche come un’opportunità per rendere il gioco più accessibile e chi, invece, le vive come un tradimento dell’identità stessa della serie.
Raccontaci la tua opinione: sei a favore dell’evoluzione di Tekken 8 o pensi che si stia snaturando? Lascia un commento e facci sapere cosa ne pensi!