Ti è mai capitato di riaccendere una vecchia console e scoprire che ricordi ancora ogni passaggio di un livello giocato vent’anni fa? Magari ti tornano in mente i comandi perfetti per eseguire una combo in Street Fighter II o il percorso segreto di un dungeon in The Legend of Zelda. Ma allora, perché non riusciamo a ricordare dove abbiamo messo le chiavi cinque minuti fa?
La risposta sta nel modo in cui il nostro cervello elabora e conserva le informazioni. E nei videogiochi, la memoria lavora in una maniera sorprendentemente simile a una speedrun.

Come il cervello registra i videogiochi
Quando giochiamo a un videogioco, il nostro cervello crea schemi di apprendimento basati su ripetizione, emozioni e ricompense. Ecco i tre motivi per cui ricordiamo così bene i giochi dell’infanzia:
- La ripetizione rinforza la memoria
Quando da bambini giocavamo agli stessi livelli più e più volte, il cervello rafforzava i percorsi neurali associati a quelle esperienze. Questo meccanismo è lo stesso che permette a un pianista di suonare un brano senza guardare lo spartito: la ripetizione lo ha reso automatico. - L’emozione incide sulla memoria
I giochi retrò hanno segnato la nostra infanzia con emozioni intense: la gioia di completare un livello difficile, la frustrazione di una boss fight impossibile, l’adrenalina di una corsa all’ultimo secondo in Sonic. Le emozioni forti stimolano l’amigdala, che a sua volta rinforza i ricordi a lungo termine. - Le ricompense rinforzano l’apprendimento
Il cervello ama le gratificazioni. Nei videogiochi, ottenere un power-up, superare un livello o battere un boss rilasciano dopamina, l’ormone della motivazione e del piacere. Questo processo biologico ci aiuta a memorizzare i momenti positivi e a renderli più accessibili nel tempo.

Perché ricordiamo i giochi retrò meglio di quelli moderni?
Se giochi a un titolo moderno, potresti dimenticarti la trama o i comandi dopo qualche mese. Perché?
- I giochi retrò erano più ripetitivi: pochi livelli, tante ore di gioco sugli stessi schemi.
- I limiti tecnici obbligavano a memorizzare schemi fissi: niente tutorial infiniti o mappe con indicatori.
- Eravamo più giovani e la memoria era più plastica: i bambini assorbono informazioni più facilmente.
Il fenomeno della falsa memoria nei videogiochi
Curiosità: a volte, ricordiamo male i vecchi giochi. Ti è mai capitato di essere convinto che un livello fosse diverso da come lo trovi rigiocandolo? Questo succede perché il nostro cervello ricostruisce i ricordi anziché conservarli in modo perfetto. L’effetto Mandela nei videogiochi esiste eccome!
Speedrun nella memoria: un viaggio nella memoria
Rigiocare un vecchio titolo non è solo un passatempo, è un viaggio nella nostra memoria. Ogni suono, immagine e gameplay evocano ricordi profondi e ci riportano a un periodo in cui il gioco non era solo intrattenimento, ma parte della nostra crescita.
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