Quando si parla di giochi di ruolo medievali realistici, pochi titoli riescono a raggiungere il livello di fedeltà storica e immersività di Kingdom Come: Deliverance 2. Il sequel del popolare RPG sviluppato da Warhorse Studios è un’esperienza che mescola un combat system profondo, una storia ricca di colpi di scena e un mondo aperto dettagliato fino all’ossessione. Ma il suo realismo, tra combattimenti basati sulla fisica, progressione lenta e necessità di pianificare ogni azione, è davvero un punto di forza o rischia di rendere il gioco frustrante? Scopriamolo.
Storia di guerra e vendetta
Il gioco riprende quasi immediatamente da dove si era interrotto il primo capitolo, permettendo sia ai veterani che ai nuovi giocatori di orientarsi senza problemi. La storia segue ancora Henry, il figlio di un fabbro che, suo malgrado, si ritrova coinvolto in intricate trame politiche e in una guerra che minaccia l’intera Boemia. Senza fare spoiler, diciamo solo che il gioco riesce a mescolare dramma personale e vicende storiche con grande efficacia.
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Uno dei punti di forza del titolo è proprio la sceneggiatura: i personaggi sono credibili, ben caratterizzati e spesso memorabili. I dialoghi sono ben scritti e alcune missioni secondarie si rivelano addirittura più coinvolgenti della trama principale.
Un mondo vivo e realistico?
Se c’è una cosa che colpisce subito, è il mondo di gioco. Le città medievali di Kingdom Come: Deliverance 2 sono incredibilmente dettagliate, piene di NPC con routine realistiche e attività quotidiane credibili. Tra villaggi, castelli e foreste, ogni ambiente è stato ricostruito con una fedeltà incredibile, riproducendo con cura ogni dettaglio architettonico, dalla disposizione delle strade alla decorazione degli interni. Ogni mercato, taverna o abitazione racconta una storia, con NPC che seguono routine quotidiane realistiche, rendendo il mondo di gioco incredibilmente autentico e coinvolgente.
Un elemento di grande impatto è la città di Kutná Hora, che potrebbe essere una delle migliori rappresentazioni di un insediamento medievale mai viste in un videogioco. Camminare per le sue strade, osservare i mercanti, le guardie e i mendicanti dà la sensazione di essere davvero nel XIV secolo.
Gameplay: una sfida per veri strateghi
Il combattimento di Kingdom Come: Deliverance 2 è uno degli aspetti più distintivi del gioco. Basato su colpi direzionali, parate e gestione della stamina, richiede tempo per essere padroneggiato. Il realismo è il punto centrale: non si tratta di un hack & slash frenetico, ma di duelli tattici dove ogni mossa conta.
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L’intelligenza artificiale dei nemici è migliorata rispetto al primo capitolo, rendendo gli scontri ancora più stimolanti. Anche l’uso dell’arco è più raffinato e ora richiede ancora più precisione e abilità manuale. Inoltre, il crafting e l’alchimia sono stati resi più intuitivi, permettendo di creare pozioni e oggetti senza dover impazzire con interfacce macchinose.
Missioni secondarie: un vero punto di forza
Se la trama principale è avvincente, le missioni secondarie sono probabilmente uno degli aspetti più riusciti del gioco. Scordati i classici incarichi ripetitivi del tipo “uccidi 10 banditi” o “porta questo oggetto a un NPC”: ogni missione ha una storia ben scritta e spesso offre più modi per essere completata.
Alcune di esse ti metteranno davanti a dilemmi morali, come decidere se denunciare un mercante corrotto alle autorità o sfruttare la sua attività per ottenere vantaggi personali. Potresti anche trovarti a risolvere un conflitto tra due scuole di spadaccini rivali o a indagare su un serial killer che terrorizza la città, dando un tocco di profondità e imprevedibilità all’esperienza di gioco.
Grafica e ottimizzazione
Il motore grafico di Kingdom Come: Deliverance 2 regala scorci mozzafiato, con paesaggi medievali realistici e dettagli curatissimi. Il problema? Le performance possono variare, specialmente su PC meno potenti.
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Su una RTX 4070 Ti, il gioco gira fluidamente in 4K con dettagli elevati, mentre su configurazioni meno potenti, come una GTX 1660 Ti, si possono riscontrare cali di frame rate e necessità di abbassare i dettagli grafici per garantire un’esperienza fluida. Alcuni bug e glitch grafici sono ancora presenti, ma nulla di veramente game-breaking. Tuttavia, questi piccoli problemi ricordano che i giochi open world di questa scala tendono ad avere qualche imperfezione.
I difetti: quando il realismo diventa un problema
Per quanto il gioco sia un capolavoro sotto molti aspetti, ci sono alcuni problemi che potrebbero scoraggiare i giocatori meno pazienti:
- Sistema di salvataggio severo: ancora una volta, il gioco adotta un sistema di salvataggio che richiede di bere determinate pozioni o dormire in un letto. Questo aumenta la tensione, ma può risultare frustrante per chi vuole semplicemente divertirsi senza pensieri.
- Progressione lenta: migliorare le proprie abilità richiede tempo e dedizione. Chi si aspetta un sistema di progressione veloce rimarrà deluso.
- Alcune scelte di design discutibili: in alcuni momenti, il gioco sembra voler essere un RPG open world, in altri un’avventura lineare. Questo crea situazioni in cui il realismo e la libertà di gioco entrano in conflitto tra loro.
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Conclusione: un’esperienza da non perdere
Nonostante qualche problema di bilanciamento, come la progressione delle abilità che talvolta risulta troppo lenta o alcune missioni che non tengono conto delle azioni precedenti del giocatore, Kingdom Come: Deliverance 2 è un RPG eccezionale che migliora quasi tutto rispetto al suo predecessore. La sua capacità di immergere il giocatore in un mondo medievale realistico e la profondità del suo combat system lo rendono un titolo imperdibile per gli amanti del genere.
Se sei alla ricerca di un’esperienza medievale autentica, ricca di sfide e con una trama avvincente, questo è il gioco che fa per te.
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