Negli ultimi anni, ci siamo chiesti sempre più spesso: le recensioni dei videogiochi sono ancora affidabili? O lo sono mai state davvero? Prendiamo l’esempio di Dragon Age: The Vanguard: è chiaro che le recensioni dei giochi sono diventate un campo minato di opinioni troppo diverse. Voti che vanno da un 10 super alto a un 6 deludente creano molta confusione. Ma cosa sta succedendo? Perché non c’è più coerenza?
Oggettività nelle recensioni: mito o realtà?
Sembra che la ricerca di oggettività nelle recensioni di videogiochi sia andata persa. Tutti sappiamo che l’oggettività perfetta non esiste, ma quando leggiamo le recensioni, dovremmo almeno capire se un gioco è da 6 o da 10. Invece, troviamo opinioni così diverse che sembra non ci sia una logica. Questa mancanza di coerenza porta solo confusione.
Oggi, molte recensioni non sono scritte per aiutare il lettore a capire se vale la pena comprare un gioco. Un esempio chiaro è quello di Cyberpunk 2077: al lancio, tante recensioni lo descrivevano come un capolavoro, ignorando i tanti problemi tecnici. Questo probabilmente succedeva per sfruttare l’hype e avere più visualizzazioni. Le recensioni sembrano più fatte per generare click e guadagnare dalla pubblicità, piuttosto che per dare un aiuto sincero ai giocatori.
Il problema dei voti troppo diversi (e perché ci confondono)
Parliamo di Dragon Age: The Vanguard. I critici si sono divisi tra voti altissimi come 10 e altri più bassi, come 6. Alcuni content creator sono stati più equilibrati, dando voti tra il 6 e il 7. Poi ci sono i giocatori e il fenomeno del review bombing, dove in tanti si mettono d’accordo per dare voti molto bassi come forma di protesta. Questo rende ancora più difficile capire il valore reale del gioco. Quanti di quelli che dicono “questo gioco è da 4” l’hanno davvero giocato?
Viviamo in un mondo in cui chiunque può condividere la propria opinione, e questo è fantastico. Ma questo porta anche molta confusione. Non ci sono solo tre riviste che recensiscono un gioco, ci sono tantissime opinioni diverse, e questo rende più difficile per il pubblico capire se un gioco è buono oppure no.
La soggettività nella critica (e perché tenerla sotto controllo)
Molti recensori non riescono a separare il valore del gioco dalle loro aspettative personali. Nel caso di Dragon Age: The Vanguard, la delusione nasce perché il gioco non è come il primo Dragon Age: Origins, che aveva una storia fantastica, un combattimento strategico e un mondo dark fantasy molto profondo. The Vanguard è diverso, fatto per un pubblico più casual e quindi più semplice. Ma questo non significa che sia giusto dare una recensione negativa solo perché non è uguale all’originale.
Se sei un recensore, certo, la tua delusione può avere un peso, ma non può essere l’unico motivo per dare un voto basso. Bisogna valutare il gioco anche per quello che promette e per come si presenta, non solo basandosi su ciò che ci aspettavamo che fosse.
Inclusività e polarizzazione (basta politica nelle recensioni)
Un altro motivo delle differenze nei voti è l’inclusività. Alcuni recensori danno voti alti solo perché ci sono elementi inclusivi, mentre altri li stroncano per lo stesso motivo. Questo tipo di polarizzazione è inutile e non aiuta nessuno. Il valore di un gioco non dipende dal fatto che ci siano personaggi trans o elementi di inclusività. Dipende dalla qualità della storia, del gameplay e di come il gioco ti coinvolge. Se un personaggio è ben scritto, poco importa se è trans, nero o altro: arricchirà la storia, e questo dovrebbe essere il focus.
Il vero problema: il clickbait e le recensioni fatte solo per i soldi
Il problema più grande è forse il modo in cui funzionano le recensioni sul web. Molte recensioni vengono scritte solo per avere tanti click, con titoli esagerati e promesse fuori luogo. Questo tipo di clickbait porta a recensioni fatte in fretta, senza verificarle davvero, solo per generare traffico e non per informare davvero chi legge. I siti e i content creator non cercano tanto di recensire con precisione, quanto di pubblicare qualcosa che attiri persone. Questo sistema di monetizzazione porta a pubblicare il più velocemente possibile, spesso senza controllo sulla qualità della recensione.
Anche io ho lavorato per una rivista di videogiochi e posso confermare che spesso i controlli sulla qualità delle recensioni sono minimi. Nessuno verifica davvero il contenuto, e questo rende le recensioni meno affidabili. Se fossi un caporedattore e vedessi voti estremi, farei un controllo, proverei il gioco per vedere se quel voto è meritato. Ma purtroppo, questo non succede.
Possiamo ancora fidarci delle recensioni?
Non ho una soluzione chiara per tutto questo, ma penso che sia importante parlarne. Una buona pratica potrebbe essere quella di incrociare recensioni diverse e verificare la coerenza delle critiche, per cercare di capire meglio il reale valore di un gioco. Come possiamo riportare le recensioni alla loro funzione originale? Forse dovremmo iniziare a chiedere di più ai siti che recensiscono, a cercare di avere aspettative più realistiche, e a non fidarci delle opinioni troppo estreme. Oppure dovremmo semplicemente prendere il controller e provare il gioco da soli, senza basarci solo sui voti che variano dal 10 al 4 senza un vero motivo.
Tu cosa ne pensi? Ti fidi ancora delle recensioni? Lascia il tuo commento e condividi le tue idee! E, se questo argomento ti interessa, seguici sui nostri social per altre discussioni come questa!