Da gennaio prossimo, Riot Games ha deciso di prendere una posizione netta contro la tossicità all’interno delle sue community. Questa volta, però, non ci si limita al comportamento dei giocatori durante le partite su League of Legends, Valorant o altri titoli Riot. Le nuove regole riguardano anche ciò che avviene fuori dal gioco, come streaming, social media e altre piattaforme pubbliche.
La tossicità nel mondo dei giochi Riot
Chiunque abbia avuto a che fare con League of Legends o altri giochi Riot sa che la community ha la fama di essere una delle più tossiche del mondo gaming. Insulti, attacchi personali e comportamenti negativi sono all’ordine del giorno, tanto che molti giocatori sono arrivati al punto di aspettarsi di dover affrontare questo tipo di atteggiamenti ad ogni login.
Riot non è nuova all’imposizione di misure contro la tossicità. Già in passato, sanzioni e ban sono stati applicati per comportamenti negativi durante le partite, ma ora l’azienda punta a ripulire la community anche al di fuori delle partite stesse. Un passo deciso per migliorare l’ambiente di gioco e renderlo più inclusivo, come avviene negli sport tradizionali.
Fuori dal gioco, ma non fuori dalle regole
Le nuove linee guida di Riot, che entreranno in vigore a gennaio, prevedono il ban per i content creator e streamer che violano i termini di servizio, anche se le infrazioni non avvengono direttamente all’interno dei giochi. Quindi, se durante una diretta streaming un content creator usa un linguaggio inappropriato o attacca altri giocatori, Riot avrà il diritto di prendere provvedimenti contro di lui.
Questa decisione riguarda tutti i giochi Riot, non solo League of Legends, ma anche Valorant, TFT e gli altri titoli del parco Riot. Se un creator usa linguaggio offensivo o adotta atteggiamenti che violano i termini di servizio, anche durante uno streaming o un Just Chatting in cui si parla di giochi Riot, potrebbe ricevere sanzioni.
Cosa significa per la community
La decisione di Riot Games è chiaramente motivata dal tentativo di migliorare l’immagine della community e renderla un ambiente più sicuro e accogliente per i nuovi giocatori. Con la popolarità crescente di serie come Arcane, che ha portato nuove persone alla piattaforma, è evidente il tentativo di Riot di creare una community meno tossica e più adatta a tutti.
Riot ha dichiarato che non monitorerà attivamente tutti i social media dei content creator, ma si riserva il diritto di prendere provvedimenti quando un comportamento scorretto viene segnalato e provato. Questo significa che il potere di segnalare i comportamenti tossici sarà anche nelle mani della community stessa. Basta una clip compromettente che arrivi a un dipendente Riot e la punizione potrebbe essere inevitabile.
Le reazioni dei content creator
La reazione tra i content creator è stata mista. Alcuni vedono questa nuova regola come un passo necessario per ripulire una community che negli anni ha raggiunto livelli di tossicità notevoli. Altri, invece, temono che questo tipo di intervento possa diventare una sorta di censura, limitando l’espressività e mettendo a rischio la creatività dei creator che basano il loro contenuto su una forte personalità, spesso ironica e irriverente.
Il dibattito è aperto. Alcuni streamer potrebbero scegliere di allontanarsi da Riot per evitare questi rischi, mentre altri potrebbero adattarsi alle nuove linee guida, cambiando il proprio stile. Una cosa è certa: le live e i contenuti su Twitch potrebbero cambiare radicalmente, specie per chi fa della “faida” e della rivalità un elemento centrale dei propri video.
Un futuro più pulito o più limitato?
Le nuove misure di Riot sono destinate a influenzare profondamente la community. Da un lato, potrebbero aiutare a migliorare l’ambiente in cui milioni di persone si divertono quotidianamente, dall’altro potrebbero risultare troppo drastiche e causare un effetto di auto-censura tra i content creator.
Ci sono molti punti interrogativi su come questa politica sarà applicata. Riot ha parlato di un approccio più simile a quello di uno sport tradizionale, dove non solo gli atleti ma anche i personaggi pubblici che rappresentano il brand devono attenersi a certi standard di comportamento. Questo è sicuramente in linea con la visione di Riot dei suoi giochi come veri e propri esport, con tutti gli obblighi e le responsabilità che ne conseguono.
E tu cosa ne pensi? Questa politica aiuterà a ripulire la community o rischia di limitare troppo i creator? Facci sapere la tua opinione nei commenti e, se ti è piaciuto l’articolo, seguici sui social per rimanere aggiornato su tutte le novità del mondo gaming.