Rise of the Ronin è un titolo che, fin dal suo annuncio, ha suscitato grande interesse grazie alla promessa di un’esperienza ambientata in uno dei periodi storici più turbolenti e affascinanti del Giappone: il Bakumatsu. Sviluppato da Team Ninja, studio noto per il suo lavoro su serie come Nioh e Ninja Gaiden, il gioco cerca di fondere elementi d’azione, esplorazione in un mondo aperto e meccaniche RPG. Tuttavia, nonostante le grandi ambizioni, Rise of the Ronin non riesce a raggiungere pienamente il suo potenziale, offrendo un’esperienza che, sebbene ricca di spunti interessanti, è anche segnata da evidenti limiti.
Un mondo affascinante ma non innovativo
L’ambientazione di Rise of the Ronin è senza dubbio uno dei suoi punti di forza. Il Giappone del XIX secolo, e in particolare il periodo del Bakumatsu, è un’epoca di grandi cambiamenti sociali, politici e tecnologici. Il gioco ci catapulta in un mondo in cui l’influenza occidentale si fa sempre più pressante, mentre il Giappone lotta per preservare le proprie tradizioni e identità. Yokohama, una delle città più importanti del gioco, è rappresentata con un’attenzione ai dettagli che riflette questo dualismo tra antico e moderno, con samurai e mercenari che si muovono tra strutture tradizionali e le prime testimonianze della modernizzazione.
Tuttavia, nonostante la premessa affascinante, il mondo di gioco soffre di un design datato che ne limita l’efficacia. Le missioni principali e secondarie, pur essendo varie, finiscono spesso per seguire schemi già visti, con attività che si ripetono e che non riescono a mantenere alta l’attenzione del giocatore. Anche l’esplorazione, sebbene resa più dinamica dalla presenza di strumenti come il deltaplano e il rampino, non riesce a compensare completamente la mancanza di innovazione nelle strutture delle missioni.
Ricordo una missione in cui, con grande entusiasmo, ho deciso di esplorare una nuova area della mappa. Dopo aver attivato il rampino per scalare un imponente edificio, mi aspettavo di trovare una sorpresa, forse un segreto nascosto. Invece, mi sono ritrovato a dover completare l’ennesima missione di recupero senza particolari variazioni. In quel momento, mi è sembrato di essere più un fattorino del periodo Bakumatsu che un ronin con una missione epica.
Il sistema di combattimento: una luce nell’ombra
Se c’è un aspetto di Rise of the Ronin che merita elogi, è il sistema di combattimento. Team Ninja, noto per la sua abilità nel creare meccaniche di combattimento coinvolgenti e ben strutturate, non delude nemmeno questa volta. Il gioco offre una vasta gamma di mosse e abilità, con un sistema di combattimento che riesce a combinare fluidità e profondità. Le diverse armi a disposizione, che vanno dalle classiche katana a strumenti più esotici come i fucili a miccia, permettono ai giocatori di sperimentare e trovare lo stile di combattimento che più si adatta alle loro preferenze.
La personalizzazione del personaggio è un altro punto a favore. Attraverso vari skill tree, i giocatori possono sviluppare abilità specifiche in base al proprio stile di gioco. Si può optare per potenziare la forza e la destrezza, migliorare le capacità di persuasione attraverso il ramo “Charm“, o investire in abilità difensive per sopravvivere ai combattimenti più difficili. Questo sistema di progressione, unito alla possibilità di stringere legami con diversi personaggi tramite il Bond system, offre una certa varietà e profondità al gameplay.
Tuttavia, nonostante questi aspetti positivi, il combattimento da solo non riesce a sostenere l’intero peso del gioco. La ripetitività delle missioni e la mancanza di vere innovazioni nel design del mondo aperto rendono difficile mantenere alto l’entusiasmo a lungo termine. Inoltre, il sistema di progressione, sebbene interessante, non riesce a mascherare completamente i limiti del design di gioco.
Una narrativa poco coinvolgente in Rise of the Ronin
La narrativa di Rise of the Ronin è forse uno degli aspetti più deludenti del gioco. Nonostante l’ambientazione storica ricca di potenziale, la trama principale si rivela essere poco più di un pretesto per muoversi da una missione all’altra. I personaggi, pur essendo numerosi e vari, non riescono a lasciare un segno indelebile, e i dialoghi, spesso troppo didascalici, non aiutano a creare un legame emotivo con la storia.
Uno degli elementi che avrebbe potuto aggiungere profondità alla narrativa è il sistema di scelte di dialogo. In teoria, queste scelte dovrebbero permettere ai giocatori di influenzare la direzione della trama, allineandosi con una delle diverse fazioni in gioco. Tuttavia, in pratica, queste scelte si rivelano spesso superficiali e prive di vero impatto, con la storia che procede in maniera lineare indipendentemente dalle decisioni prese dal giocatore .
Questo aspetto è particolarmente frustrante, considerando che la storia del Bakumatsu è intrisa di conflitti ideologici e tensioni sociali che avrebbero potuto essere esplorate in maniera molto più profonda. La sensazione generale è che il gioco sprechi molte delle opportunità narrative offerte dalla sua ambientazione storica, concentrandosi invece su un gameplay che, seppur solido, non riesce a compensare la debolezza della trama.
Aspetti tecnici: una resa visiva deludente
Un altro aspetto che non riesce a impressionare in Rise of the Ronin è la resa visiva. Nonostante l’ambientazione suggestiva, la grafica del gioco è penalizzata da texture poco dettagliate, modelli dei personaggi che mancano di cura nei dettagli e una qualità visiva generale che non riesce a competere con altri titoli di nuova generazione. Le prestazioni tecniche, come un frame rate instabile, peggiorano ulteriormente l’esperienza, facendo sembrare il gioco visivamente datato.
La colonna sonora, pur essendo ben realizzata, non riesce a sollevare completamente il livello dell’esperienza audio. Gli effetti sonori sono adeguati, ma il doppiaggio risulta spesso altalenante, con alcune performance che mancano di espressività. Anche la varietà delle tracce musicali potrebbe essere migliorata, poiché alcune tendono a ripetersi, diminuendo l’impatto emotivo di determinate sequenze.
Esperienza utente e accessibilità
Dal punto di vista dell’esperienza utente, Rise of the Ronin offre un’interfaccia intuitiva e comandi che rispondono bene, rendendo il gioco accessibile anche per chi è meno esperto. Tuttavia, le opzioni di accessibilità sono limitate, il che potrebbe rappresentare un ostacolo per alcuni giocatori. Sebbene i comandi siano generalmente facili da usare, alcuni aspetti, come il sistema di navigazione nel mondo aperto, possono risultare meno fluidi, contribuendo alla sensazione generale di un design datato.
Conclusione: un ronin che si perde per strada
In conclusione, Rise of the Ronin è un gioco che cerca di unire l’epicità del periodo Bakumatsu con le meccaniche d’azione e RPG che hanno reso celebre Team Ninja. Tuttavia, nonostante le sue ambizioni, il gioco finisce per essere una combinazione di elementi che, sebbene interessanti presi singolarmente, non riescono a fondersi in un’esperienza davvero memorabile. Il sistema di combattimento, pur essendo solido e vario, non riesce a compensare i limiti di un design del mondo aperto datato e una narrativa che spreca molte delle opportunità offerte dalla sua ambientazione storica.
Per chi è un fan di Team Ninja e apprezza il loro approccio al combattimento, Rise of the Ronin potrebbe comunque offrire ore di divertimento. Tuttavia, per chi cerca un’esperienza davvero immersiva e innovativa, il gioco rischia di essere un’occasione mancata. Consigliamo di considerarlo con attenzione prima dell’acquisto, magari aspettando uno sconto significativo o ulteriori aggiornamenti che possano migliorare l’esperienza complessiva.