Negli anni ‘90, l’industria dei videogiochi era in piena espansione, con aziende come Sega, Nintendo e Sony impegnate in una competizione per la supremazia tecnologica. Sega, da sempre pioniera nell’innovazione, lanciava costantemente nuovi prodotti hardware. Alcuni, come il Sega Genesis, furono enormi successi; altri, invece, rimasero solo prototipi o progetti ambiziosi che non videro mai la luce. Tra questi ultimi, uno dei più affascinanti e misteriosi è il Sega Pluto, una console che, nonostante le sue caratteristiche avanzate, non fu mai commercializzata.
L’era Sega: Innovazioni e rischi
Per comprendere appieno il contesto in cui nacque il Sega Pluto, è importante ricordare che negli anni ’90 Sega era una delle aziende leader nel settore videoludico. Dopo il grande successo del Sega Genesis (noto in Europa come Mega Drive), l’azienda cercava di mantenere il suo dominio con il lancio del Sega Saturn nel 1994. Tuttavia, il Saturn non ottenne il successo sperato, trovandosi a competere con la Sony PlayStation, una console che rivoluzionò l’industria e catturò l’attenzione dei videogiocatori di tutto il mondo.
Nel tentativo di rispondere al calo delle vendite del Saturn, Sega iniziò a sviluppare nuove varianti e prototipi. Uno di questi progetti era il Sega Pluto, che doveva rappresentare una versione avanzata del Saturn, con caratteristiche innovative che avrebbero potuto rivoluzionare il mercato.
Sega Pluto: un Sega Saturn potenziato
Il Sega Pluto era, a tutti gli effetti, una versione migliorata del Saturn. La console manteneva molte delle caratteristiche del suo predecessore, ma presentava alcune novità tecnologiche di rilievo. La più importante era l’inclusione di un modem NetLink integrato, che consentiva ai giocatori di collegarsi a Internet direttamente dalla console. Questa caratteristica era assolutamente rivoluzionaria per l’epoca e avrebbe permesso ai videogiocatori di navigare sul web e persino sfidarsi online, molto prima che il gaming online diventasse uno standard.
Il NetLink non era del tutto nuovo per i possessori di Sega Saturn, che potevano acquistare un modem esterno come accessorio. Tuttavia, il Sega Pluto avrebbe integrato questa funzionalità direttamente nella console, rendendo il modem una parte essenziale del sistema. Questo avrebbe segnato un importante passo avanti rispetto alle console dell’epoca, gettando le basi per quello che sarebbe poi diventato uno degli standard delle console future, come il Sega Dreamcast.
Le caratteristiche tecniche
Il Sega Pluto era una console massiccia, pesante quasi mezzo chilo. Come il Saturn, presentava un lettore a disco con coperchio ribaltabile e uno slot per cartucce di memoria. Tuttavia, la vera forza del Pluto stava nella sua connettività: se fosse stata commercializzata, sarebbe diventata la prima console di gioco con un modem incorporato, un’innovazione che avrebbe potuto cambiare radicalmente l’esperienza di gioco per milioni di persone.
Tra i giochi che potevano sfruttare la funzione online della console c’erano titoli come Daytona USA, Duke Nukem 3D, Virtual On, Saturn Bomberman e Sega Rally. Questi giochi avevano già modalità multiplayer, ma con il Pluto sarebbe stato possibile giocare con altri utenti da casa, utilizzando il modem NetLink.
Il ritrovamento del Sega Pluto
Nonostante le sue caratteristiche innovative, il Sega Pluto non venne mai lanciato sul mercato. Il progetto rimase per anni sconosciuto al grande pubblico, fino a quando, nel 2007, un appassionato di videogiochi che utilizzava il nome Kidvid666 fece una scoperta straordinaria. Kidvid stava visitando un mercatino dell’usato negli Stati Uniti quando trovò quella che sembrava essere una versione particolare del Sega Saturn. La console, che aveva il logo del Saturn ma un design diverso, era venduta per un solo dollaro. Senza rendersene conto, Kidvid aveva appena acquistato uno dei due unici esemplari conosciuti del Sega Pluto.
Per anni, Kidvid non capì la vera natura della sua scoperta. Fu solo nel 2013 che decise di caricare un video su YouTube mostrando la console. Nel video, spiegava di non sapere esattamente cosa fosse, ma che funzionava come un normale Saturn. In poco tempo, però, la comunità online di collezionisti e appassionati di retro gaming identificò il dispositivo come un prototipo del misterioso Sega Pluto, un pezzo di storia videoludica perduto.
Prototipi e mancata commercializzazione
Il Sega Pluto venne presentato in due prototipi all’E3 del 1995, ma nonostante l’interesse iniziale, il progetto venne rapidamente abbandonato. Sega non fornì spiegazioni ufficiali sul perché la console non venne mai commercializzata, ma molti ipotizzano che la decisione fosse legata all’imminente sviluppo del Sega Dreamcast, la console successiva che avrebbe portato con sé molte delle innovazioni tecnologiche che erano state inizialmente pensate per il Pluto.
Con il Dreamcast, Sega voleva consolidare il suo ruolo nel mercato, puntando su una console che fosse all’avanguardia per l’epoca, sia in termini di potenza hardware che di funzionalità di rete. Il Pluto, probabilmente visto come un’innovazione non più necessaria, fu lasciato nel dimenticatoio. Tuttavia, il suo modem integrato e la visione di un futuro gaming online sarebbero stati un presagio di ciò che Sega avrebbe lanciato qualche anno dopo.
Le controversie sulla vendita
Nel 2015, Kidvid666 decise di mettere in vendita la sua console. Lo fece utilizzando vari siti di aste online, tra cui GameGavel ed eBay, scatenando una serie di polemiche. Sebbene le offerte raggiunsero cifre alte, come 7600 dollari su GameGavel, Kidvid impostò un prezzo di riserva molto elevato, il che fece infuriare molti collezionisti. Alcuni accusarono Kidvid di cercare di gonfiare artificialmente il valore della console, rendendola inaccessibile anche a chi sarebbe stato disposto a spendere una cifra significativa.
La controversia si intensificò quando Kidvid provò a vendere la console su eBay, dove le offerte arrivarono fino a 15.000 dollari, ma la vendita non andò a buon fine. Nonostante le critiche, Kidvid continuò a cercare di ottenere il miglior prezzo possibile per il Pluto, affermando di voler utilizzare i soldi per aiutare i suoi genitori.
Il restauro e la vendita finale
Nel 2020, Kidvid portò il Sega Pluto sul canale YouTube di Ben Heck, un noto restauratore di hardware. Durante il video, Ben Heck aprì la console per esaminarne l’interno e risolse alcuni piccoli problemi tecnici, come un coperchio del disco che non si chiudeva più correttamente. Questo video fu un’opportunità per gli appassionati di vedere l’interno del Pluto e capire meglio come era stato progettato.
Lo stesso anno, Kidvid riuscì finalmente a vendere il Pluto per la somma di 84.000 dollari a un compratore anonimo. Questo segnò la fine di un lungo viaggio per la console, che passò da un mercatino dell’usato al cuore di una comunità di collezionisti, per finire infine in una collezione privata.
Conclusione
La storia del Sega Pluto è una delle più affascinanti nel mondo del gaming. Non solo perché rappresenta un pezzo unico di tecnologia, ma anche per il mistero e la curiosità che la circondano. Da una console che poteva rivoluzionare il gioco online a un oggetto raro da collezione venduto per una cifra esorbitante, il Pluto rimane uno degli esempi più emblematici di come, nell’industria dei videogiochi, non tutte le innovazioni vedono la luce del mercato.
Questo prototipo di console dimostra l’ambizione di Sega e il desiderio di spingersi oltre i limiti del possibile, anche se il mercato non era ancora pronto per accogliere un simile prodotto. Oggi, il Sega Pluto continua a vivere nella memoria dei collezionisti.
In conclusione, il Sega Pluto rimane un simbolo di ciò che poteva essere ma non è mai stato: una console rivoluzionaria, cancellata prima di arrivare nelle case dei giocatori.
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