Le ultime notizie su Square Enix non sono affatto rosee. Le vendite di Final Fantasy 16 e Final Fantasy 7 Rebirth sono ben al di sotto delle aspettative, creando tensioni tra gli azionisti e portando a una serie di riflessioni all’interno dell’azienda. Ma cosa sta succedendo realmente? E cosa c’entra la separazione con Sweet Baby Inc., la società di consulenza che sembra essere sparita dai radar di Square Enix? Vediamolo insieme.
Final Fantasy 16 e il problema dell’identità perduta
Se c’è una cosa su cui tutti sono d’accordo, è che Final Fantasy non è più lo stesso. Con Final Fantasy 16, Square Enix ha scelto di spingersi sempre più verso un sistema di combattimento action, abbandonando quella componente strategica a turni che ha fatto la storia della serie. Questo cambiamento non è passato inosservato: i fan storici, legati ai titoli come Final Fantasy 7, 8 e 9, si sentono traditi.
Il sistema di combattimento di Final Fantasy 16, tutto in tempo reale e focalizzato su un solo personaggio giocabile, ha diviso la comunità. Il party di personaggi, uno degli elementi più amati della serie, è quasi del tutto sparito, lasciando un vuoto che molti non riescono a colmare. Certo, le recensioni parlano bene del gioco, ma le vendite dicono altro: il pubblico non è convinto e le copie vendute sono al di sotto delle aspettative, come confermato dagli stessi dirigenti di Square Enix.
Il target sbagliato?
Square Enix sembra aver perso la bussola. L’azienda sta cercando di attrarre un pubblico giovane, i cosiddetti “millennial”, ma senza successo. Final Fantasy, con la sua lunga storia, non ha la stessa presa su una generazione che non ha vissuto gli anni d’oro della saga. I giovani giocatori non conoscono il passato di Final Fantasy e non si sentono coinvolti dalla serie.
Le vendite di Final Fantasy 7 Rebirth, sequel del remake di uno dei giochi più iconici della storia, ne sono la prova. In Giappone, ha venduto solo 262.000 copie, un risultato ben lontano da quello che Square Enix si aspettava. E non parliamo nemmeno di Final Fantasy 16, che ha fatto registrare numeri altrettanto deludenti.
Una separazione che fa discutere: addio a Sweet Baby Inc.?
A rendere la situazione ancora più complessa c’è la questione della separazione con Sweet Baby Inc., una società di consulenza che ha collaborato con Square Enix in passato. Il loro nome è recentemente sparito dal sito ufficiale di Sweet Baby, e questo ha alimentato una serie di speculazioni. C’è chi sostiene che Square Enix stia cercando di prendere le distanze da questa collaborazione, forse a causa delle polemiche legate alle narrative “woke” promosse da Sweet Baby.
Un azionista di Square Enix ha chiesto spiegazioni, ma l’azienda non ha fornito risposte chiare. Takashi Kiru, uno dei direttori, ha dichiarato che Square Enix sta puntando a ridurre la quantità di giochi a favore della qualità, ma non ha voluto commentare ulteriormente sul rapporto con Sweet Baby Inc.
Cosa riserva il futuro per Square Enix?
Il futuro di Square Enix è incerto. Se da un lato l’azienda ha dichiarato di voler puntare sulla qualità, dall’altro c’è la preoccupazione che il declino nelle vendite continui, soprattutto se non si riuscirà a riconquistare la fiducia dei fan storici. È evidente che c’è bisogno di un cambiamento, ma quale direzione prenderà Square Enix?
Alcuni suggeriscono di tornare a un sistema di combattimento ibrido, come quello visto in Final Fantasy 7 Remake, che combina elementi action e a turni, cercando di accontentare entrambe le generazioni di giocatori. Ma senza una chiara strategia, l’azienda rischia di restare in un limbo.
Il problema delle vendite e il ruolo della narrativa
Non possiamo ignorare un’altra questione: la narrativa. Molti fan storici lamentano il fatto che le ultime storie raccontate da Square Enix non siano all’altezza delle aspettative. In particolare, i titoli come Forspoken sono stati criticati per avere dialoghi deboli e personaggi poco sviluppati. Non è un caso che Luminous Productions, lo studio dietro Forspoken, sia stato chiuso dopo il flop del gioco.
Questo ci porta a riflettere: forse Square Enix dovrebbe tornare alle radici e concentrarsi su quello che ha reso i suoi giochi un fenomeno globale – storie profonde, personaggi indimenticabili e mondi fantastici in cui perdersi. Senza questi elementi, anche i migliori sistemi di combattimento e le grafiche più avanzate non riusciranno a salvare l’azienda.
La crisi di Square Enix è un campanello d’allarme per l’intera industria.
L’azienda si trova di fronte a una scelta: continuare su questa strada e rischiare di perdere il suo pubblico storico o ascoltare le richieste dei fan e riportare il brand Final Fantasy alla sua gloria passata. Solo il tempo ci dirà cosa decideranno.
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