La parola cardine di questo articolo sarà crisi finanziaria Ubisoft, perché è chiaro che la situazione della compagnia meriti un’analisi approfondita. Ti sei mai chiesto come un’azienda così iconica possa trovarsi sull’orlo del fallimento? Vediamo insieme i dettagli che stanno scuotendo l’industria videoludica.
Un crollo senza precedenti
Negli ultimi cinque anni, Ubisoft ha perso l’80% del suo valore in borsa. Oggi le sue azioni valgono appena 13 euro, ben lontane dagli 80 euro raggiunti nei suoi giorni migliori. Ma il problema non è solo il crollo delle azioni: la crisi finanziaria di Ubisoft si riflette in un debito crescente. Nel 2023, l’azienda registrava 880 milioni di dollari di passività. Nel 2024, questo dato è salito a 1,4 miliardi di dollari, quasi raddoppiando. Un aumento così rapido dei debiti è indicativo di una gestione finanziaria che lascia poco spazio all’ottimismo.
Eppure, non si tratta solo di numeri: i giochi stessi, che dovrebbero essere il cuore pulsante dell’azienda, stanno mostrando gravi difficoltà.
Produzioni costose e risultati deludenti
Ubisoft ha investito enormi somme in titoli come Skull & Bones e Beyond Good and Evil 2. Si parla di cifre che superano i 400 milioni di dollari solo per questi due progetti, con risultati ancora incerti o completamente fallimentari. E cosa dire di Star Wars Outlaws, il gioco su cui Ubisoft puntava moltissimo ma che ha venduto molto al di sotto delle aspettative?
La speranza di un rilancio sembra ora poggiare su Assassin’s Creed Red, ma anche se fosse un successo, un singolo gioco potrebbe mai salvare un’azienda con oltre 18.000 dipendenti e costi annuali di 750 milioni di euro solo per gli stipendi?
La questione dell’outsourcing
Un altro elemento che aggrava la crisi finanziaria Ubisoft è l’ampio ricorso all’outsourcing. La compagnia si affida a studi esterni, principalmente in Asia, per lo sviluppo di parti significative dei suoi giochi. Questo processo, oltre ad essere estremamente costoso, sembra derivare dalla mancanza di esperienza interna. Molti degli sviluppatori impiegati da Ubisoft sono alle prime armi o addirittura tirocinanti. È evidente che l’azienda abbia scelto di risparmiare sui salari interni, ma a quale costo per la qualità dei prodotti?
Il Rating Junk e il rischio bancarotta
La situazione è così critica che Ubisoft è stata declassata a “B-”, un punteggio che la pone a soli due livelli dalla bancarotta. Questo rating, noto come “junk” (spazzatura), significa che l’azienda è considerata ad alto rischio per i finanziatori. Per un colosso quotato in borsa, una valutazione del genere è praticamente un atto di condanna.
Cosa significa tutto questo? Probabilmente, se la situazione non migliorerà, vedremo licenziamenti massicci e chiusure di ulteriori studi, come già accaduto a San Francisco e Osaka.
Un futuro incerto
Le opzioni sul tavolo per Ubisoft non sono molte. Un’acquisizione da parte di Tencent potrebbe sembrare una soluzione, ma è improbabile che il gigante cinese voglia accollarsi debiti così elevati. È più plausibile che aspetti la bancarotta per acquistare le IP più interessanti durante un’asta.
E tu, cosa ne pensi della crisi finanziaria Ubisoft? Pensi che riusciranno a salvarsi o assisteremo alla caduta di uno dei pilastri del gaming? Faccelo sapere nei commenti!