Sei un appassionato di retrogaming? Allora sicuramente ricorderai la VMU (Visual Memory Unit) di Sega per il Dreamcast e il Pocket Station di Sony, due piccole meraviglie tecnologiche che hanno segnato l’epoca delle console di fine anni ’90. Ma come funzionavano questi dispositivi e quali erano le loro caratteristiche principali? Scopriamolo insieme!
Comunicazione tra le VMU
Per permettere a due VMU di comunicare tra loro, era necessario rimuovere la parte superiore e collegarle direttamente l’una all’altra. Un modo piuttosto rudimentale ma affascinante, che rendeva possibile lo scambio di dati tra giocatori. Immagina di poter trasferire un personaggio da un gioco all’altro o di condividere i tuoi progressi con un amico, tutto questo in una maniera quasi artigianale!
Il Display della VMU
La VMU era dotata di uno schermo LCD monocromatico da 48×32 pixel. Questo piccolo display non solo era perfetto per i minigiochi in mobilità, ma poteva anche visualizzare notifiche quando inserito nel controller del Dreamcast. Un vero gioiellino tecnologico che permetteva di avere un’interazione continua con i tuoi giochi preferiti, anche fuori casa.
Input della VMU
L’interfaccia della VMU era impostata come un Game Boy in miniatura: pad direzionale completo, nonché i pulsanti A, B, Sleep e Mode. Questo layout rendeva il dispositivo intuitivo e facile da usare, specialmente per chi aveva già dimestichezza con le console portatili dell’epoca.
Le Batterie della VMU
La VMU era alimentata da due batterie CR2032, che, purtroppo, non garantivano una lunga durata. Questo causava il famigerato (e ricorrente) suono di avvio quando le batterie iniziavano a esaurirsi. Un piccolo prezzo da pagare per un dispositivo così all’avanguardia al tempo.
Il Pocket Station di Sony: una diversa prospettiva
A differenza della VMU, il Pocket Station di Sony rinunciava a qualsiasi forma di collegamento fisico e utilizzava invece un sensore a infrarossi posto sopra lo schermo per il trasferimento dei dati. Una scelta innovativa che puntava più sulla modernità rispetto al collegamento diretto.
Display e Input del Pocket Station
Il Pocket Station vantava uno schermo LCD monocromatico 32×32, piccolo ma funzionale. Non aveva un pad direzionale tradizionale ma soltanto quattro pulsanti separati disposti a croce e un pulsante di azione ben visibile, che facilitavano l’uso in diverse applicazioni e giochi.
Batteria del Pocket Station
Operava con una sola batteria al litio CR2022, che necessitava di essere sostituita frequentemente, specialmente con un uso regolare. Anche in questo caso, la tecnologia portatile richiedeva compromessi in termini di durata della batteria.
VMU per Dreamcast VS Pocket Station:
Questi dispositivi non solo hanno contribuito a definire l’era del gioco portatile di fine anni ’90, ma hanno anche mostrato come la tecnologia potesse essere miniaturizzata e resa divertente. Erano più di semplici memory card; erano il ponte tra le console casalinghe e l’esperienza del gioco mobile.
E tu, hai mai avuto una VMU o un Pocket Station? Come è stata la tua esperienza con questi gadget del passato? Raccontacelo nei commenti!