Se hai un debole per i giochi che mescolano storia, mitologia e azione frenetica, Yasha: Legends of the Demon Blade potrebbe diventare la tua prossima ossessione. Questo gioco nasce dall’incontro tra due realtà molto diverse ma altrettanto appassionate: il team indie taiwanese 7QUARK e Finger Game. Insieme, stanno dando vita a un’avventura ambientata nel Giappone feudale, in un mondo dove la fragile pace tra umani e demoni viene spezzata dal ritorno del temuto Re dei Demoni, la “Volpe a Nove Code”.
Personalmente, non posso fare a meno di pensare a quei pomeriggi passati a guardare anime sugli yokai o a leggere storie di samurai e demoni. Yasha sembra promettere proprio quel tipo di immersione profonda che tanto amo, con un cast vocale che, già da solo, riesce a evocare forti emozioni.
Gameplay e meccaniche
Una delle cose che più mi ha colpito di Yasha: Legends of the Demon Blade è la profondità delle sue meccaniche di gioco. Sai, ho sempre avuto una certa passione per i giochi che sanno mescolare azione e strategia, e qui sembra che abbiano trovato il giusto equilibrio. Il gioco ti permette di scegliere tra tre protagonisti, ognuno con un proprio stile di combattimento e armi uniche, che vanno dalle spade demoniache ai letali archi giapponesi.
Ma non è solo questione di menare fendenti a destra e a manca: raccogliendo i “Soul Orbs”, puoi potenziare le tue armi e sbloccare abilità speciali, creando combinazioni di attacchi che richiedono un po’ di pianificazione. Queste meccaniche Roguelite rendono ogni partita diversa, costringendoti a adattarti continuamente alle situazioni che incontri.
Mi ricorda un po’ le sessioni notturne passate su Dead Cells, dove la frustrazione di dover ricominciare da capo si mescolava con l’adrenalina di provare nuove strategie per avanzare un po’ di più.
Protagonisti e storia di Yasha: legends of the demon blade
Quando penso ai protagonisti di Yasha: Legends of the Demon Blade, non posso fare a meno di immaginare un vero e proprio cast di personaggi complessi e affascinanti, ognuno con la propria storia da raccontare. Hai mai incontrato quei personaggi che ti restano in mente, anche dopo aver messo via il controller? Qui abbiamo tre figure principali: una ninja, un emissario oni e un samurai demone.
Ognuno di loro porta con sé un bagaglio di esperienze, tradizioni e lotte personali che arricchiscono la narrazione. Le loro storie si intrecciano in un mondo in cui la pace tra umani e demoni è stata infranta, e starà a loro, e a te, cercare di ristabilirla.
Quello che mi colpisce è come queste storie non siano solo sfondo, ma parte integrante dell’esperienza di gioco, influenzando direttamente il modo in cui interagisci con il mondo e i nemici che incontri. Mi ricorda i vecchi RPG dove ti affezionavi ai personaggi e sentivi il peso delle loro scelte e delle loro battaglie personali.
Aspetto visivo e artistico
Uno degli aspetti che rendono Yasha: Legends of the Demon Blade così affascinante è sicuramente il suo stile artistico. Non so te, ma io sono sempre stato attratto da quei giochi che riescono a mescolare tradizione e modernità in un modo visivamente accattivante. In Yasha, troviamo una combinazione perfetta tra l’arte classica giapponese e dettagli moderni che danno vita a un mondo ricco di colori e atmosfere suggestive.
Le ambientazioni, che spaziano da foreste nebbiose a templi abbandonati, sembrano uscite direttamente da un dipinto tradizionale, ma con quel tocco di magia e oscurità che ti fa venir voglia di esplorare ogni angolo.
Non è solo l’estetica a fare colpo: la colonna sonora, con i suoi toni evocativi e melodie tradizionali, completa l’immersione in questo Giappone fantastico.
Ho sempre amato quei giochi che ti fanno sentire come se stessi sfogliando un libro di storia illustrato, e Yasha sembra proprio uno di quelli. Non sorprende che abbia già vinto un riconoscimento internazionale per il suo design visivo