Ubisoft ha finalmente svelato Assassin’s Creed Shadows, il tanto atteso capitolo ambientato nel Giappone feudale. Ma invece di festeggiare, la community si è divisa, e il motivo principale ha un nome preciso: Yasuke. Il primo samurai di origine africana è diventato un caso nel mondo gaming. Ma la domanda è: ha davvero senso tutta questa polemica?
Yasuke: personaggio forzato o valore aggiunto?
La controversia è esplosa quando Ubisoft ha annunciato che nel gioco sarebbe stato possibile scegliere tra Yasuke e Naoe, un ninja giapponese. Il problema? Secondo alcuni, Yasuke sarebbe una scelta poco fedele alla storia e inserita solo per motivi di inclusività. Altri, invece, sottolineano che la sua figura è storicamente documentata e che Assassin’s Creed ha sempre preso libertà creative, basti pensare a Leonardo Da Vinci che creava lame celate.
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A complicare le cose è arrivata una dichiarazione di Jonathan Dumont, creative director di Ubisoft, che ha detto che i giocatori potranno ignorare uno dei due protagonisti senza perdere il gameplay principale. Questo ha fatto scattare un’altra ondata di critiche: “Se si può saltare Yasuke, allora a cosa serve?”. Ubisoft, insomma, sembra aver cercato di accontentare tutti, ma rischia di scontentare tutti.
Fedeltà storica: un problema reale?
La discussione sulla fedeltà storica ha preso una piega interessante. Molti fan ritengono che Yasuke non sia un personaggio credibile per il contesto giapponese e che Ubisoft stia piegando la storia per seguire trend ideologici. Ma siamo sicuri che questo sia un problema? In passato, la serie ha presentato situazioni storiche molto meno realistiche senza generare polemiche. E allora, perché ora fa così scalpore?
Il vero problema potrebbe essere un altro: l’atteggiamento di Ubisoft. Se l’azienda ha creduto davvero in Yasuke come protagonista, perché dare la possibilità di evitarlo? Questo tipo di compromessi potrebbe far perdere coerenza al gioco.
Il rischio di un gioco annacquato
Ubisoft ha già dimostrato in passato di cedere alla pressione della community, cambiando giochi in corsa. Il timore, quindi, è che Assassin’s Creed Shadows possa diventare un titolo senza identità, costruito più per evitare critiche che per offrire un’esperienza unica. I fan chiedevano da anni un Assassin’s Creed ambientato nel Giappone feudale, e ora rischiamo di trovarci con un prodotto diluito dalle polemiche.
Cosa ci insegna questa situazione?
La lezione è chiara: oggi l’industria videoludica si muove in un equilibrio precario tra innovazione, fan service e pressioni sociali. Ubisoft, cercando di fare contenti tutti, potrebbe aver reso Assassin’s Creed Shadows un’esperienza meno incisiva.
Alla fine, il punto rimane uno: un gioco deve essere valutato per il suo valore ludico. Yasuke sarà un protagonista valido? La storia reggerà? Il gameplay sarà all’altezza? Queste sono le vere domande a cui dovremo rispondere. E per scoprirlo, non ci resta che aspettare l’uscita e giocarlo con mente aperta.